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Sea Urchin



SEA URCHIN

Data: 2016

Luogo: Venezia (Italia)

Progettato da Giancarlo Zema Design Group

Cliente: Biennale di Architettura di Venezia

Consulenti: CETA SPA + Nord Zinc

Stato: completato



Come un spinoso ma intrigante “Riccio di mare” questa insolita scultura urbana progettata dall'architetto Giancarlo Zema, è realizzata utilizzando 150 tubi in acciaio inox e relativi giunti in plastica. Un nuovo modo artistico per trasformare gli elementi in acciaio in una colorata struttura in canna. Un'opera nata come simbolo di una nuova ricostruzione della città dedicata al rinnovamento e all'ecosostenibilità. Viene installato alla XV Biennale di Architettura di Venezia con il partenariato scientifico del Politecnico di Milano e il partenariato culturale-artistico dell'Accademia Alma Artis. L'opera è realizzata grazie alla partnership tecnica di Nord Zinc SpA e CETA SpA, aziende leader nel settore delle costruzioni. Il Riccio di Mare è in mostra nei giardini dello Spazio Thetis, Arsenale Nord, tra le sculture di artisti famosi come Pinuccio Sciola, Michelangelo Pistoletto e Jean Fabre, il tutto nel programma degli eventi Gangcity - Gangcity documenta il fenomeno dei cluster urbani privi di ogni tipo di controllo legale, al fine di consentire processi di riappropriazione e cura degli spazi privati ​​e pubblici. Il progetto mira a rivelare l'influenza reciproca tra la violenza e la geografia delle città, prestando particolare attenzione alle gang come gruppi primari nati e diffusi nei ghetti urbani, prevalentemente attraverso il coinvolgimento degli adolescenti. Incoraggiando un mix di discipline e metodologie, Gangcity organizzerà un simposio internazionale e una mostra fotografica oltre a una varietà di eventi e workshop scientifici. Il tono narrativo che emerge dall'analisi scientifica delle bande si integra con la narrazione di sociologi, architetti, urbanisti e artisti, che, insieme agli abitanti, sono anche attori dei nuovi cicli di vita dei cluster urbani. Tuttavia sono stati finalmente liberati dalla violenza delle bande attraverso pratiche socialmente inclusive piuttosto che la repressione.

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